Frames

Short films by Yuri Decastelli

Raccontare storie mi ha sempre appassionato, che sia a tavola con amici, tra le pagine di un libro o attraverso immagini e suoni. Le storie sono il cuore delle nostre esperienze: ci uniscono, generano rapporti, e, su scala più ampia, plasmano comunità, tradizioni e culture. Frames raccoglie alcune delle storie che ho scelto di raccontare sfruttando i mezzi a mia disposizione, cercando di imprimere in ogni progetto un tocco personale per cercare di caratterizzare l’intera narrazione. Ogni corto è un piccolo universo, un’esperienza visiva e sonora pensata per trasportare chi guarda oltre l’immagine, fino al cuore della storia stessa.

I cortometraggi


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A Space Trasplant


Un'astronauta sola, una fragile piantina e un pianeta da trovare. Anche nel vuoto dello spazio, può nascere una storia.

WORK IN PROGRESS

Just one note, Please


Hai mai sognato di lasciar perdere tutto e fuggire? Un cortometraggio dedicato a chi ha imparato a vivere secondo i propri tempi, dimenticandosi dell'ansia e della frenesia.

La Bottega di Placido


"Una storia di Langa e Musica, di vita e di bellezza."
Un brano di Walter Porro, dedicato all'omonima censa fenogliana nel comune di San Benedetto Belbo

Playing Love


"Non sei davvero fregato finché hai una bella storia da raccontare."
Un cortometraggio tributo al capolavoro della narrativa di Alessandro Baricco, alla regia di Giuseppe Tornatore e alla musica di Ennio Morricone.

Cookies Cat


Fino a dove si spingerà la povera Cami per riuscire ad assaporare un delizioso biscotto?

WORK IN PROGRESS

Sembra che tu sia arrivato alla fine della lista!
Grazie per aver guardato!
Nuovi progetti sono in arrivo...

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A Space Trasplant


Un'astronauta sola, una fragile piantina e un pianeta da trovare. Anche nel vuoto dello spazio, può nascere una storia.

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La Bottega di Placido


"Una storia di Langa e Musica, di vita e di bellezza."
Un brano di Walter Porro, dedicato all'omonima censa fenogliana nel comune di San Benedetto Belbo

COMING SOON

Playing Love


"Non sei davvero fregato finché hai una bella storia da raccontare."
Un cortometraggio tributo al capolavoro della narrativa di Alessandro Baricco, alla regia di Giuseppe Tornatore e alla musica di Ennio Morricone.

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Dietro le quinte

Dietro ciascun cortometraggio ci sono mesi di lavoro e sviluppo, a partire dalla stesura definitiva della sceneggiatura fino alla fase di render, tanto desiderata quanto temuta. Il processo è strutturato e ripetibile: idea, sceneggiatura, modellazione, texturing, animazione, render di prova, montaggio, effetti sonori, render definitivo e colonna sonora. In alcuni casi, la colonna sonora è originale, creata appositamente per il progetto. In altri, come nei tributi a La Bottega di Placido (Walter Porro) e Playing Love (Ennio Morricone), utilizzo le musiche dei compositori a cui è dedicato il tributo, integrandole nel cortometraggio per esaltarne l’esperienza audiovisiva. Nel mio caso mi occupo personalmente di tutte le fasi produttive, con i pro e i contro che ciò comporta: libertà creativa totale, ma anche carico di lavoro e responsabilità su ogni dettaglio.

Modeling, texturing, rigging e animation

Dopo la stesura della sceneggiatura, la prima fase concreta nella produzione di un cortometraggio 3D è la realizzazione dei soggetti e delle ambientazioni. Il processo inizia con la modellazione 3D delle mesh, ovvero una rete complessa di vertici e spigoli che definisce le superfici e le forme degli oggetti. Una volta creata la mesh, si procede con l’applicazione dei materiali e delle texture: i materiali determinano come la superficie reagisce alla luce, mentre le texture aggiungono dettagli visivi come colori, venature o imperfezioni. Per i personaggi e gli oggetti animati, entra in gioco il rigging 3D, ovvero la costruzione di uno scheletro virtuale (armatura) a cui vengono collegati i vertici della mesh. Questo sistema consente di muovere e animare i modelli, dando vita a performance fluide e credibili.

Animatic, Rendering e montaggio

Una volta completata l’animazione delle singole sequenze, è fondamentale creare un metraggio di verifica per controllare tempi, inquadrature e tagli. Nel caso di un cortometraggio 3D, questa fase diventa ancora più cruciale: non si tratta solo di ritmo narrativo, ma anche di verificare la coerenza delle animazioni, la resa dei materiali e il comportamento delle texture. A questo scopo si realizza l’animatic, un primo montaggio di prova con frame provvisori e animazioni semplificate. L’animatic permette di individuare e correggere tutti quei dettagli che, se trascurati, comprometterebbero la fase di rendering definitivo. Quest’ultima, infatti, è notoriamente dispendiosa: un cortometraggio di 5 minuti a 25 fps equivale a 7.500 frame da calcolare. Con un motore come Blender Cycles, le tempistiche possono variare in base alla complessità della scena: nei casi più pesanti, un singolo frame può richiedere anche oltre 10 minuti di rendering. È facile intuire, quindi, quanto sia rischioso arrivare al render finale senza aver prima verificato che ogni elemento sia corretto: un errore scovato a posteriori significherebbe ripetere un processo lungo e costoso.

Audio e colonna sonora

L’ultima fase di un cortometraggio – che in realtà procede spesso in parallelo al resto della produzione – riguarda la costruzione della dimensione sonora: effetti, rumori di fondo e colonna sonora. Trascurare questo aspetto significa compromettere metà del lavoro, perché l’audio non è un semplice “accompagnamento”, ma un vero e proprio elemento narrativo che rende le immagini vive e credibili. Gli effetti sonori (SFX) servono a dare corpo alle ambientazioni e a far percepire allo spettatore lo spazio in tre dimensioni. Possono essere reperiti da librerie online, oppure registrati in modo artigianale ricreando le stesse azioni del corto (una tecnica molto usata nel cinema, nota come foley). La colonna sonora, invece, è l’anima del progetto: accompagna l’emozione, sottolinea i momenti chiave e guida lo spettatore anche attraverso i silenzi, che spesso hanno un peso narrativo più forte delle note stesse. Se il render è il corpo del cortometraggio, il suono ne è il respiro.


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